Si è spenta misteriosamente in solitudine a 47 anni. Il ricordo di Mimì non può passare inosservato. Due brani, forse i più significativi della carriera di una delle voci più incredibili del panorama italiano.
12 maggio 1995. Ebbene sì, sembra ieri o almeno non ventanni dalla scomparsa di Mia Martini. Volati via come fa volare lei quando si ascoltano le sue canzoni. Sembra quasi che nessuno la ricordi più quella voce strepitosa, sofisticata, popolare condita di tanta malinconia. Ha perfettamente ragione All Music Italia nel definire questo doppio decennio senza Mia Martini, nel racchiudere l’universo con una frase di poche parole ma grande impatto: “Mimì non la si celebra ne la si commemora, lei non vorrebbe, basta ‘viverla’ come si è fatto fino a vent’anni fa, quando era qui”.
Una cantente per certi versi “snobbata” che non ha ottenuto il successo meritato. La sua voce, una delle migliori in assoluto del panorama musicale italiano di tutti i tempi. A chi non ricorda o non conosce “Piccolo Uomo” o “Almeno Tu Nell’Universo” dopo Sanremo 1989 consigliamo di ascoltarli per capire l’artista, per conoscere Mimì nelle due versioni canore che hanno caraterizzato la sua grandezza. Il secondo brano risente positivamente di quei due piccoli interventi alle corde vocali, facendole nascere quella voce roca che l’ha consacrata definitivamente.
Il suo percorso artistico e la sua vita privata furono però segnati da una serie di maldicenze a sfondo superstizioso in seno allo stesso mondo dello spettacolo che di fatto la ostacolarono ed emarginarono per diversi anni portandola al ritiro dalle scene verso la metà degli anni ’80. Morì a soli 47 anni in circostanze mai del tutto chiarite. Fu trovata priva di vita nella sua abitazione il 14 maggio 1995 a due giorni dal decesso. L’ultima nota di solitudine di una grande artista culminata con un finale triste, angusto, misterioso.